L'abate Iacuzio, nel 1764, pensò bene di catalogare ed esporre quei reperti nel corridoio attiguo al cortile dei Corvi. Interesse storico, durante il secolo delle soppressioni, fu disfatta ed i prezzi di interesse archeologico furono dispersi e sparpagliati qua e là negli scantinati del monastero. Nel secondo dopoguerra.
La struttura è inoltre fornita di una libreria e di un ascensore per disabili. La porta di accesso è ubicata all'interno del chiostro dei Corvi e il percorso, oltre che per le opere esposte, è reso ancora più affascinante dalla presenza di tre finestroni, nella sala dell'ex-refettorio monastico, da cui si gode di un panorama seducente sulla città di Avellino e su tutta la valle del Sabato.
Nella prima area sono in esposizione dipinti, icone e reperti lignei.
Nella seconda area sono in esposizione paramenti sacri.
Nella terza area sono in esposizione reperti marmorei.
Nella quarta area sono in esposizione i presepi.